Siamo reduci da una situazione drammatica, piena di avvenimenti mortiferi come gli sciami sismici di alta intensità e per ultima una valanga enorme che nel comune di Farindola, nel pescarese, ha travolto l’Hotel Rigopiano. Ma tanti sono stati i soccorritori, tra i quali 10 migranti che con coraggio e generosità hanno tentato di estrarre da neve e macerie i corpi delle vittime.
Anche noi vogliamo proporvi ancora un esempio di grande solidarietà: la serata filantropica al Teatro Ghione con la rappresentazione del “Il Barbiere di Siviglia”, per ricordare e aiutare le vittime del terremoto di Amatrice e de L’Aquila e l’impegno dell’associazione “Laquilasiamonoi”, che si occupa di promuovere lo sviluppo del territorio colpito dai sismi
Il 6 aprile del 2009, infatti, accadde all’Aquila, come purtroppo è successo anche oggi nel reatino, nella stessa ora, chiamata “maledetta”, che la terra è stata scossa da una serie di sismi e vite si sbriciolarano e smetterono a dismisura.
Al portavoce di questa associazione, Alfredo Ranieri Montuori, abbiamo rivolto un’intervista per far conoscere meglio quanto la tenacia, la solidarietà riescono ad ottenere pur in mezzo a difficili condizioni.
Il terremoto, ma anche l’incuria umana ha permesso la devastazione e ha fatto scomparire intere città, come nel caso di Amatrice e Accumoli, di Arquata del Tronto e tanti altri paesini, ricchi di opere d’arte.
Alla famosa opera lirica di Rossini: Il Barbiere di Siviglia è toccato l’onore di congiungere idealmente e concretamente le due popolazioni. Perchè proprio Il Barbiere di Siviglia? Perchè nel ben lontano 1816 nel famoso Teatro Argentina si teneva il debutto romano dell’opera.
Lo spettacolo è organizzato dall’Associazione Laquilasiamonoi, dal Conservatorio di musica dell’Aquila, Alfredo Casella, unitamente alla collaborazione del Conservatorio romano di Santa Cecilia.
Grazie alla serietà e alla capacità di tutti, degli organizzatori citeremo due veri pilastri: Giandomenico Piermarini, poliedrico direttore del Conservatorio aquilano e Alfredo Ranieri Montuori, eclettico vice presidente dell’Associazione laquilasiamonoi, alle maestranze e agli artisti tutti. Il regista, Emanuele De Muro, il direttore d’orchestra Aurelio Canonici, il coro e il suo maestro Rosalinda Di Marco, gli interpreti, ognuno con le personali caratteristiche e la propria spigliatezza, hanno contribuito positivamente all’ottima riuscita dell’evento, all’esaltazione del capolavoro rossiniano e non per ultimo alla creazione di un’armonia che traspare pienamente dallo spettacolo .
Concludendo, il giudizio non può non essere che molto positivo, perché ancora una volta l’opera è risultata magica ma con un quid in più tanto da definirla multisensoriale, a mio parere, perché ha colpito e affascinato i sensi. Piacere per occhi e per orecchie, dolcezza per il fisico, cibo per la mente ed infine gioia per il cuore visto la finalità solidale che riveste:raccogliere fondi per gli alunni reatini che frequentano il Conservatorio aquilano e che hanno perduto con il sisma non solo persone e cose care, ma gli strumenti musicali che per ogni musicista rappresentano una parte, un’estensione cibernetica del proprio corpo. Complimenti ed auguri.
di Luca Magrini Cupido