Al Teatro Quirino si è tenuta il 21 Gennaio la prima dello spettacolo Il Caso Jekyll di e con Sergio Rubini e Daniele Russo.
La magia del teatro si rivela in tutto il suo splendore con Il Caso Jekyll, riadattamento di Sergio Rubini e Carla Cavalluzzi dell’immortale racconto di Robert Louis Stevenson. Rubini si dimostra un maestro nel trasportare l’opera letteraria sul palco, trovando un equilibrio sottile tra fedeltà al testo originale e necessità di una rielaborazione contemporanea, perciò, arricchisce la narrazione, inserendo la figura di uno psicoanalista, che guida il pubblico attraverso le pieghe più oscure e affascinanti della mente umana.

La pièce, che vede Daniele Russo nel ruolo principale, non è solo un omaggio a un classico della letteratura, ma è anche una profonda esplorazione dell’ambiguità dell’animo umano, resa attraverso un linguaggio visivo e sonoro di rara intensità. Daniele Russo si cala nei panni di Jekyll e Hyde con una versatilità impressionante. La sua interpretazione non si limita a differenziare i due volti del personaggio, ma li intreccia in un continuo gioco di specchi, in cui l’umanità del primo e la ferocia del secondo si fondono e si confondono. La fisicità di Russo è ipnotica: ogni gesto, ogni inflessione della voce contribuisce a restituire la complessità di un uomo diviso tra il desiderio di controllo e l’attrazione per l’abisso.

Aspetti straordinari dello spettacolo sono anche le luci e le scenografie, progettate con un gusto quasi cinematografico, trasformandosi continuamente e passando da cupi laboratori a strade vittoriane immerse nella nebbia, fino a spazi onirici che rappresentano l’inconscio del protagonista. Le luci, curate in ogni minimo dettaglio, giocano un ruolo fondamentale: i tagli netti e le ombre inquietanti creano un’atmosfera che evoca il miglior cinema noir, trasportando lo spettatore in una dimensione sospesa tra realtà e incubo. Ogni cambiamento di colore o intensità sembra scandire i passi della metamorfosi di Jekyll in Hyde, sottolineando il crescendo emotivo della narrazione.
Le scenografie trasformano il palco in un universo gotico, in cui gli ambienti si evolvono quasi come un personaggio a sé stante.

Un’opera che emoziona, coinvolge e lascia il segno, consigliata a tutti, dagli amanti dei classici ai curiosi in cerca di un’esperienza teatrale fuori dal comune.
E’ possibile godere di questo spettacolo al Teatro Quirino fino al 2 febbraio

Adattamento di Carla Cavalluzzi e Sergio Rubini
e con:
Geno Diana, Roberto Salemi, Angelo Zampieri, Alessia Santalucia
Scene: Gregorio Botta
Scenografa: Lucia Imperato
Costumi: Chiara Aversano
Disegno luci: Salvatore Palladino
Progetto sonoro: Alessio Foglia
Foto di scena: Flavia Tartaglia
Regia: SERGIO RUBINI