Ringrazio tantissimo Mary Prosperi per averci dato la possibilità di intervistarla. Mary Prosperi è una soprano lirico-spinto, specializzata sia nel canto elegiaco sia in quello di forza, dalle numerose esperienze come si evince anche dalle notizie che ci ha dato con grande generosità.

Parlaci brevemente di te, la tua nascita, i tuoi giochi, i tuoi studi…
Gli inglesi dicono it’s a long story. È’ una lunga storia, diciamo che inizia dalla grande passione di mio papà, un grande amante della musica e della lirica in particolare; lui ascoltava spesso i grandi cantanti e le opere liriche più famose. Caso volle che da piccolina, ad 8 anni, mostrai di possedere una voce da’’ tenore’’. Quando i miei cugini venivano a casa andavamo nella mia cameretta e lì ascoltavano la mia esibizione vocale. Dopo siamo partiti per l’Australia come emigranti e lì la mia famiglia: io, mio padre, mia madre e mia sorella abbiamo iniziato una nuova vita.
Come ti sei avvicinata al canto?
In Australia la vita è cambiata, andavo in una scuola cattolica, volevo imparare la lingua e fortunatamente ero così piccola che poi sono diventata madrelingua. Siamo tornati due o tre volte in Italia, l’ultima volta che sono ritornata in Australia, avevo 14-15 anni, mio padre mi mandò da un’insegnante di canto Madame Emilica Vera che si era esibita con “i grandi” quali per esempio Beniamino Gigli. Da lei ho appreso il bel canto anche se a quella età avrei voluto cantare Barbra Streisand. Quando lei mi ascoltò mi disse “Sei un soprano” e io sentii dentro di me un campanellino che mi comunicava quale sarebbe stato il mio destino e capii che lei mi diceva la cosa giusta. Mi preparò al canto Lirico con il pianoforte; così iniziai la mia avventura.
Come descriveresti la tua voce?
La mia voce varia da soprano lirico a soprano drammatico; ho cantato ed interpretato per questo diversi personaggi pucciniani e verdiani; mi piace impersonare ruoli con un carattere ben forte quali Aida, Tosca, Butterfly e anche altri personaggi verdiani. Mi piacciono i ruoli di carattere e la mia voce può farlo.

Tra i personaggi che hai interpretato quale ti ha suscitato più emozioni e che hai sentito più vicino al tuo cuore e quale, d’altro canto, ti ha creato più difficoltà?
Quelli più vicini al mio cuore sono due in particolare, anzi 3 e sono personaggi creati dal grande Puccini. Il primo è la Mimì nella Bohème, che interpretai nel teatro più importante dove debuttai, il Teatro Dell’Opera di Roma. Poi c’è la Butterfly che è difficilissima da interpretare per un soprano, perché lei è una Geisha giapponese che deve sempre stare in ginocchio… quindi un ruolo molto impegnativo. Infine, un personaggio ricco ed intenso come la Tosca di Puccini che ho trovato assai difficoltoso perché nel secondo atto è altamente drammatica.
Nel mio cuore c’è anche Verdi con l’Aida. Vi racconterò un caso raro che mi capitò: sostituire il soprano andato via, la Signora Maria Guleghina, mi è stato chiesto di prenderne il posto lasciato vuoto alla fine del primo atto. L’Aida sono ben 4 atti e gli ultimi tre sono i più impegnativi. Son ricordi ed emozioni che rimangono dentro indelebilmente.
A chi diresti grazie per quella che oggi professionalmente sei?
Grazie a molti maestri, insegnanti di canto, in particolare, ma anche ad attori e direttori. Il problema è che purtroppo molti di essi non ci sono più. Il primo grazie a mio padre e mia madre, anche loro, purtroppo, non ci sono più, mi hanno dato tutto, li ringrazierò fino alla fine dei miei giorni, sì grazie a loro.

Uno zoom su qualche soprano del passato per esempio la Callas, Ricciarelli e altre… chi ti ha stimolato di più?
Nella mia carriera ho vinto diversi concorsi, ma il più significativo fu il mio debutto con “La Forza del destino” di Giuseppe Verdi (Teatro Municipale di Rieti-Radiotre, Teatro Eliseo di Roma). Mi hanno ispirato tantissimo la Renata Tebaldi e la Callas che ho scoperto dopo. Lei era un mostro sacro per noi cantanti lirici. La Tebaldi, invece, era più vicina alla mia timbrica vocale, e anche un soprano degli anni venti, Rosa Ponselle, che aveva cantato e cantava con Caruso. Il cantante non finisce mai di imparare, di studiare, tant’è che io sto andando ancora da un tenore che mi sta aiutando perché noi cantanti lirici abbiamo bisogno sempre di avere quell’orecchio, quella persona che ti dà delle indicazioni su come impostare la voce e a cosa porre attenzione. L’essenzialità del cantante lirico è far sì che il suono della voce superi quello degli strumenti dell’orchestra. Perché i veri cantanti lirici sono quelli che poi vanno a cantare in teatro con una grande orchestra e la voce deve superare la melodia degli strumenti. Ci sono tanti teatri di tradizione. Non parliamo di microfoni…ecc.…ecc.… ma di veri cantanti lirici. Un vero cantante lirico non dovrebbe utilizzare i microfoni ma far perno esclusivamente sulla propria voce.
Parlaci di una grande soddisfazione e contemporaneamente di una grande delusione che hai ricevuto nell’ambito lavorativo.
La più grande soddisfazione in assoluto è quando sostituii al Teatro Dell’Opera di Roma, il soprano interprete dell’Aida. Sono quelle cose che tu non ti aspetti; stavo lì per caso, però in teatro ero conosciuta, infatti, ero andata già dalla direzione artistica, mi ero presentata e avevo detto che se per caso ci fosse stato bisogno io ero lì. Ma chi se l’aspettava… sono quelle vicende inattese. Il ruolo di Aida non è un ruolo alla portata di tutte, tante soprano non riescono e non sanno farlo. Nelle serate importanti ci sono sempre due prime donne, ma combinazione o fortuna per me, il primo soprano si era sentito male, mentre il secondo era in Ospedale; mi chiamarono dicendomi: “devi venire subito ai camerini… vieni perché ti vuole la signora Maria Guleghina… era la prima recita e le persone avevano già pagato. Quando giunsi lì c’erano tutti quanti e la direttrice, una donna tedesca, mi disse: “Signora Prosperi lei entro venti minuti deve decidere di debuttare nel ruolo di Aida, se la sente di continuare?’’ Accettai! Un successo! Non ti dico gli applausi. Quando tornai a casa portai un mazzo di rose bellissimo!
Ci sono state, purtroppo, anche delusioni… Accadde una brutta cosa,quando per la seconda volta, andai a cantare la Tosca al Teatro di Malta; fu come una pugnalata al cuore perché le persone che mi avevano ingaggiata mi presero in giro,infatti, improvvisamente mi dissero che un’altra soprano avrebbe cantato al posto mio; fu devastante, soprattutto, per il modo poco corretto nel quale venni trattata… per fortuna è dimenticato ormai…
Cosa stai preparando in questi giorni? Ben sapendo che il Corona Virus ha creato problemi a tutti, specialmente alle persone dello spettacolo.
Bah! Non ho mai lasciato stare, ho continuato ad esercitarmi sempre e non ho mai mollato ed ora sto riprendendo grazie ad un amico tenore che mi sta aiutando nel propormi diversi ruoli. Sono sempre ruoli in cui ho già debuttato ma che sto perfezionando. Sono i miei preferiti come Verdi e Puccini.
Grazie del tempo che ci hai dedicato e buona fortuna.
Grazie, in bocca al lupo. Crepi!