Nadia Accetti, bella, solare, intelligente, dolce e soprattutto fiera dei suoi kg…
Attrice, pittrice, artista
a tutto campo, quando ti sei accorta di essere così dotata?
Adoro esprimermi con le mani e con il
corpo, è un mio bisogno da sempre, sin da quando ero bambina. Non so se sono
dotata, ma in ciò che faccio, metto sempre tutta me stessa e la mia passione.
Chi ti ha aiutata a esteriorizzare le tue
possibilità?
Sono in una continua ricerca, è una
lotta quotidiana. E’ difficile trovare la libertà di essere se stessi ed
esprimersi in una società che è sempre pronta a giudicare.
Sono entusiasta della vita, cerco di comunicare le mie emozioni.
Il dolore che avevo dentro è stato per me una grande molla. La fede mi ha
portato alla ricerca di un senso profondo della vita e quindi di una motivazione
alla vita, alla nostra esistenza e al nostro dovere di essere umani.
E’ un cammino fatto di cadute e splendide alzate. La famiglia mi ha aiutata
molto, ma anche il mio padre spirituale.
Un giorno ho capito che non potevo continuare a vivere nel buio più totale; ero
stanca di me, del limbo in cui galleggiavo da anni e così ho detto:” No,
basta!..”
L’arte e la preghiera
mi hanno salvata, il teatro, il lavoro con il mio corpo, con le mie emozioni,
con la mia espressività e il perdono verso me stessa e gli altri, mi hanno pian,
piano fatta rialzare e trovare molto lentamente una dignità da tempo perduta.
Ho fatto ritiri spirituali al Monastero di Farfa, ad Assisi, con le monache di
clausura, alla ricerca del senso della vita e del perdono.
Ero un’altra Nadia, avevo perso la connessione tra quella che apparivo e quella
che ero, non mi riconoscevo in quello che facevo e volevo fare.
I DCA sono mali dell’anima che distruggono tutto il nostro vivere e non ti
permettono di costruire in armonia con te stesso la tua vita, lavorativa e
affettiva.
Al contrario, ti fanno sentire in difetto, come se avessi sempre lacune da
colmare, vivendo in continuo affanno.

In amore ho sempre
scelto male e sono arrivata anche ad essere violentata; ero un’altra Nadia… E’
stato un cammino lungo e doloroso, ma si vince!!!
Ecco questo è il messaggio: ci si rialza!
Non avevo soldi per andare in clinica, o permettermi una cura continuativa, mi
sono dovuta arrangiare, anche se ho potuto, attraverso la sanità pubblica,
usufruire dell’aiuto di vari specialisti e dal momento in cui ho deciso di
curarmi, ho incontrato molto amore.
Non dobbiamo aver paura di essere noi stessi, facciamo “cantare il cuore”!

Come nascono i tuoi
quadri?
Ho sempre dipinto, fin da bambina, ma
dopo la morte della mia amata nonnina, ne ho sentito il bisogno; un bisogno
profondo.
Devo ammettere che adoro veramente dipingere, spesso con le mani, i colori forti
e di getto, forse si legge molto di me…
Ci vuoi parlare della tua giornata tipo,
se non sono troppo invadente, dal risveglio al sonno?
Domanda divertente… Ogni giorno è
diverso, cerco di programmare, ma, puntualmente: traffico, imprevisti,
telefonate e la giornata prende un’altra piega. Mi lascio vivere e stupire da
incontri e “casualità”, ovviamente rispettando i vari appuntamenti
istituzionali, anche se tendo a rimandare molto.
Quelli fissi, di ogni giornata, sono: la preghierina mattina e sera, un salutino
in chiesa, telefonata a mamma, tre, o quattro caffe, un dolcino, ore di traffico
e km di giri, mi chiamano “trottolina”.
C’è un posto dove senti che il tuo corpo e
la tua anima sono in completa armonia?
In chiesa, spesso vengo presa dalla
pigrizia e non mi va di andare a Messa, ma poi, entrata in chiesa, mi sento a
casa, una sensazione non facile da esprimere…
Se ti proponessero il remake di un film
famoso quale vorresti che fosse e quale personaggio ti piacerebbe interpretare?
“La bisbetica domata”. Katerina! Adoro
il testo e il film di Zeffirelli, un vero capolavoro, lo trovo molto femminile e
affatto maschilista. Credo che una donna debba essere con il proprio uomo un pò
tutto: donna, amante, moglie, sorella, con una propria personalità. Certo,
l’uomo deve essere un vero UOMO..!
E poi mi divertirebbe recitare ne ” La grande abbuffata”, o in un film sulla
vita di Alda Merini.

Puoi parlarci della tua
associazione Donna Donna onlus?
Durante tutti gli anni di dolore, ho
sempre pensato a progetti sul tema, sulle donne, sugli stereotipi, ma non avevo
idee chiare e concrete.
Nel percorso di luce e di risalita dal tunnel che avevo intrapreso, ho iniziato
a dedicarmi alla mia carriera di attrice e ho autoprodotto un video insieme ad
una giovane regista ,assolutamente solidale nel tema..Alessandra Fortuna; colei
che, in modo ironico e provocatorio valorizzasse la bellezza di ognuna di noi,
non entrando in conflitto con le altre, ma capendo che ognuna di noi ha un suo
talento e che le nostre “diversità” sono le nostre impronte digitali.
Nel video infatti la protagonista si imbatte con uno specchio che la riporta a
modelli irraggiungibili e deprimenti. Alla fine capirà che una bella scollatura
è il suo punto forte, così come per la ragazza magra lo è una bella minigonna,
senza invidie e gelosie.
Da piccola volevo fare l’attrice per la voglia di raccontare storie, dare
messaggi e comunicare.
Nel dedicarmi a questo video capivo che il mio calvario durato oltre dieci anni,
era il calvario di molte e così iniziai a contattare medici ed esperti per
cercare idee, confronti, capire cosa e come si poteva agire.

Quando si tocca il
fondo e ci si rialza si diventa una persona nuova, una nuova vita è in te
e,almeno per me, non si può non cercare di fare qualcosa per dare sollievo.
Superare una violenza sessuale e il tentato suicidio, ti portano ad amare la
vita più che mai.
Il video divenne l’inizio di
“DonnaDonna Onlus, ironia e seduzione per vincere anoressia e bulimia”. Andavo
nelle scuole per parlarne e su molti social network trovavo adesione e
confidenze che mi hanno fatto decidere di dedicare anima e corpo a questo, con
enormi sacrifici e il consenso da parte di tutti e l’urgenza di sentire risposte
e testimonianze di essere ascoltata, mi ha portato alla scelta di dedicarmi
anima e corpo all’Associazione.
Questa associazione ha lo scopo di prevenire, affrontare e vincere i D.C.A:
quali anoressia, bulimia e binge eating (la sindrome da alimentazione
incontrollata), creando una rete di esperti, esperienze e progetti, per favorire
il trattamento e la cura di tali disturbi, sia a livello fisico che psicologico.
Il nome “Donna Donna” è una doppia affermazione, che vuole racchiudere l’essenza
dell’essere donna. Donna due volte, con sé stessa e con gli altri: una donna
vera, ironica, intelligente, forte e orgogliosa di sé, che trova nel sorriso e
nella seduzione le armi della sua femminilità al di là dei canoni estetici
imposti.
“DonnaDonna Onlus”
vuole proteggere chi si sente escluso dai canoni estetici e per questo vive dei
dolorosi conflitti psicologici, che sono spesso alla base di D.C.A.
La società dei consumi ci ha trasmesso
il mito della perfezione collegato all’ideale della magrezza, associandolo, non
sempre a ragione, a una garanzia di salute e di successo.
Le donne che rimangono vittime di un messaggio apparentemente innocente come
questo, ma in realtà molto violento, spesso reagiscono smettendo di mangiare, o
cadendo preda di disordini alimentari, che le portano a assumere cibo in maniera
compulsiva.

Cosa ne pensi del
movimento delle donne “ se non ora, quando”?
Ovviamente ne condivido totalmente i
principi, anche perchè, la provocazione della campagna di sensibilizzazione che
rappresento,si muove proprio contro la strumentalizzazione del corpo della
donna, spero però che non diventi fazioso, o politicamente strumentalizzato.
Ci sono temi che non possono e non devono conoscere colori e bandiere.
Pensi che l’artista possa avere una
funzione sociale?
Assolutamente sì, soprattutto oggi.
Siamo bombardati da idoli, o meglio da falsi idoli. Abbiamo sete di esempi e
guide che siamo pronti a seguire tutto e tutti.
L’artista può dare esempi, fare, porre domande e anche dare risposte!
E’ una forte responsabilità sociale più che mai ad alti livelli di esposizione.
Non si può purtroppo dividere la vita privata da quella pubblica; in molti casi
la coerenza non può non esserci, anzi, diciamo che forse ora si è più attenti
alle vite private, che al lavoro del professionista, è il prezzo da pagare,
secondo me.
Credo che un senso etico e una consapevolezza sul potere, che l’arte e la
cultura hanno, non può prescindere dalla vita di un artista.
E’ chiaro che ogni regola ha la sua eccezione e che in fin dei conti, ognuno ha
la libertà di fare quel che vuole, però, forse il potere influente che hanno i
personaggi “famosi”, è oggi una risorsa usata male, che crea spesso solo
insoddisfazione, emulazione nelle superficialità e nel pettegolezzo. Tutto fa
cultura e noi siamo figli della nostra cultura!

Quali sono gli artisti che
maggiormente ami e perché?
Amo Goran Brecovic; la sua musica e’
travolgente ed io mi sento molto gipsy! Gerald Bruneau, fotografo e ritrattista;
la sua è “l’arte di cogliere l’anima”. B.Zarro, artista contemporaneo(pittore,
scultore e fotografo),il suo estro m’illumina. Adriano Giannini, che ha una voce
unica, lo trovo molto bravo e affascinante, lo adoro! Gabriel Byrne, attore
strepitoso, come ovviamente Al Pacino, Meryl Streep, che è unica, il regista Tim
Burton, semplicemente geniale e poi.. Monica Vitti, irresistibile…
Spesso la consolazione avviene
trasgredendo, quali trasgressioni faresti per consolarti?
Beh, il cibo è un pò il mio tallone
d’Achille, ma lo dico con estrema gioia e serenità, quindi la Nutella e il
cioccolato, sicuramente sono i miei consolatori.
Sono un pò controcorrente e a tratti ribelle, quindi di trasgressioni vere e
proprie non saprei cosa dire..
Cerco di avere le mie regole, che ricerco nei valori in cui credo e quindi mi è
facile seguirle e se non le seguo sto male, non mi consolo!
Mi piacerebbe entrare in una fontana e giocare con l’acqua… a 16 anni lo feci
con alcuni amici e fu strepitoso.
Comunque, penso che oggi la “normalità”, forse sia la vera trasgressione; il
nostro futurismo è tornare alle tradizioni, ma è un percorso lungo!
Ti ricordi un aneddoto
carino da raccontare ai nostri lettori?
Sulle trasgressioni? Mmmm…..
Sei contenta della tua vita e della tua
carriera? Rimpiangi qualcosa del tuo passato?
Sono in costruzione, gli anni di dolore
mi hanno fatto star ferma. E’ chiaro, a volte un pò di malinconia e il pensiero
del tempo perso, o di occasioni sfumate c’è, ma lascia spazio subito alla
convinzione, che se sono la donna che sono, è soltanto grazie al mio passato, a
tutto il mio passato; gioie e dolori, cadute e vittorie.
Quali sono le cose più importanti della
tua vita?
Non vorrei fare della retorica, ma
indubbiamente la famiglia e cercare di essere coerente con la mia anima, con i
miei credo!
Sorridere sempre e comunque! Il bicchiere deve essere sempre mezzo pieno e
poi… il sorriso; il pensiero positivo è contagioso e aiuta chi lo fa e chi lo
riceve. Spero di crearmi un giorno una famiglia.

Quali sono i tuoi progetti
per il futuro?
Sono impegnatissima per DonnaDonnaOnlus
e ci sono tante novità, ma non posso dire molto ora…
Carissima Nadia, è già molto ciò che ci
hai raccontato… E’ stato un immenso piacere conoscerti e ci auguriamo che il
tuo messaggio venga recepito forte e chiaro, specialmente dai media, dalle case
di moda, dagli stilisti e da tutti coloro che detengono il potere d’influenzare
in positivo, o in negativo, la nostra società. Un augurio di cuore da parte
della redazione, per questa iniziativa che stai portando avanti con grande
orgoglio e dignità.