Ogni popolo e ogni epoca storica hanno avuto un modello ideale di bellezza che come è facile capire è mutato e muterà sempre in relazione alle necessità e alle mode. Ciò è documentato da fonti letterarie, artistiche e storiche, che hanno avuto come soggetto la figura femminile. Il modo di rappresentare la donna è cambiato, nel corso dei secoli, unitamente al variare delle vicende storiche, religiose, ecc.
L’ideale di bellezza femminile comprende le “veneri” preistoriche, portatrici di fecondità, l’etericità delle madonne medievali, esili ed asciutte, le forme procaci e vistose delle matrone romane, o delle donne barocche, quando l’opulenza dei corpi femminili corrispondeva alla ricchezza economica. Per lo stesso motivo i muscoli erano banditi dalle donne, perché sinonimo di lavoro e fatica.
Ma è nel 1900, che l’universo femminile, la sua condizione e il suo modo di essere è sottoposto a cambiamenti repentini e sconvolgimenti di portata storico-sociale. Nel ‘900 cadono tabù e pudori, il cinema e la televisione dettano legge, ad esempio la donna degli anni ’20 è magra, una garconne, niente curve, per nulla sensuale.
Negli anni ’30 il modello viene sostituito dalla donna fatale, elegantissima e raffinata.
Negli anni ‘40 e ‘50 la fisicità femminile raggiunge il livello di “maggiorata”. Con il famoso termine si fa riferimento a quelle donne tutte curve e procacità.
Negli anni ‘60 e ‘70 il corpo femminile si assottiglia …
E così di seguito, con una mortificante altalena, la donna si adatta a tutto.
Il corpo, una volta esile, poi morbido e procace, torna subito dopo, asciutto e androgino.
Dal 2000 in poi, la situazione sembra essersi aggravata, le donne sono oggetto di una violenza invisibile, ma tremenda, che può portare alla follia, o alla morte. Oggi gli stilisti e di conseguenza i media, impongono alle donne, soprattutto le giovani (fragili e insicure) un modello di femminilità impossibile, che genera una devastante frustrazione. Il divario creatosi tra il modello di donna pubblicizzato, osannato e voluto, fatto di perfezione, etericità e soprattutto di pelle ed ossa, non collima con il reale corpo femminile, la cui caratteristica sono le forme. Da molte parti giungono critiche e denunce, poiché socialmente il divario non è produttivo. L’anoressia, la bulimia e la morte sono in agguato e producono danni insanabili. La donna, in quanto tale, deve avere un corpo e una mente, soprattutto per non farsi trascinare in stereotipi sterili e nocivi