Al Teatro India di Roma
Il Titolo prende spunto dall’omonimo libro del filosofo Jean Baudrillard. Gli autori e registi Lino Musella e Paolo Mazzarelli danno vita ad uno spettacolo a metà tra commedia e tragedia incentrandosi sui concetti di “scena” ed “illusione”, poiché come diceva lo stesso Baudrillard, “Perché una scena abbia senso ci vuole l’illusione”. Alcuni dei grandi temi del contemporaneo, i temi eterni dell’essere umano, e lo stesso teatro sono al centro di Strategie Fatali. Il lavoro drammaturgico è basato su tre storie che si incastrano fra loro, con sette attori e sedici personaggi impegnati a indagare il senso del Teatro e della Vita. La storia introduttiva vede due singolari investigatori tentare di far luce sulla scomparsa di un ragazzo all’interno di un edificio che si rivelerà essere un teatro. Nello stesso luogo sono presenti altri personaggi: il ragazzo scomparso, un misterioso e creativo direttore luci, un islamico (questi ultimi con apparenti intenzioni terroristiche), una zingarella e un gruppo composto da un sacerdote, un architetto ed un politico con manifeste intenzioni speculative sull’area dell’edificio teatrale. Il fulcro della narrazione scenica è incentrato su una compagnia alle prese con l’allestimento dell’Otello di Shakespeare. Una godibilissima performance metateatrale in cui un gruppo di attori recita nel ruolo di attori alle prese con i problemi interpretativi dei loro personaggi. La regia scivola tra le storie con grande maestria e dimostra capacità di coniugare cultura alta e bassa alla maniera che fu di Leo De Berardinis nei suoi “King Lacreme Lear Napuletane” , “O Zappatore” ecc.. Gli attori Marco Foschi, Annibale Pavone, Paolo Mazzarelli, Lino Musella, Laura Graziosi, Astrid Casali, Giulia Salvarani assecondano con bravura la regia passando da un ruolo all’altro. Particolarmente moderna la recitazione e la prova di Marco Foschi con una gestualità, rara sulle scene italiane, che rafforza e fa da contrappunto alla vocalità.
Antonio Obino