Intervista ad Elena Martemianova

L’Opera e l’amore di Elena Martemianova

Dolcezza, carisma e sensualità, fanno di Elena Martemianova una fra le più brave e raffinate cantanti liriche. E’ un vero piacere poterla incontrare e farla conoscere meglio a tutti voi…

Cosa ti ricordi di Elena cantante- bambina? 

Si nasce con un destino , con un certo dono e il mio è stato quello di fare arte nella vita. Fin da bambina ero sempre scelta come artista per vari spettacoli. I miei genitori mi portavano in giro per la Russia per varie esibizioni. Spero di proseguire ancora per molti anni e di dare il mio importante messaggio nella lirica e nell’arte.

Come nasce la tua passione per la musica?

I miei genitori hanno visto la mia passione all’età di 5 anni e mi hanno portato a scuola di Conservatorio a suonare pianoforte subito dopo all’Accademia di San Pietroburgo e poi ho studiato per tutta la vita.

Chi ti ha sempre sostenuta nel tuo percorso artistico e di vita?

Bisogna impegnarsi per essere qualcuno a trecentosessanta gradi. Crescere, imparare, condividere, lavorare, questo mi è stato possibile grazie ai miei genitori che hanno sostenuto le mie passioni e  mi hanno fatto girare tutto il mondo e vincere concorsi . Ho lavorato a Londra a Budapest e in Italia , infine mi sono trasferita a Roma seguendo la mia predilezione per la lirica

Qual è un ricordo piacevole e uno spiacevole della tua esperienza a San Pietroburgo?

E’ meglio parlare di ricordi piacevoli. Quello che voglio raccontarvi è un bellissimo ricordo del 2002. Sono stata nominata dal Sindaco di San Pietroburgo come Musa, è un premio molto ambito e un riconoscimento artistico che viene conferito nel palazzo Smol’nyj a San Pietroburgo. Questo è un ricordo forte e profondo che riferisco con orgoglio. Io non ho paura di affrontare qualsiasi palcoscenico ed evento, dove so di poter esprimere emozioni , passioni e bella musica . Per quanto riguarda il ricordo spiacevole e le difficoltà che ho affrontato sono convinta che nessuno le vuole sapere e le tengo per me. 

 

Fra i brani che hai interpretato, qual è l’aria d’opera che senti più tua? 

Sempre libera dalla Traviata di Giuseppe Verdi, Vissi d’arte dalla Tosca di Puccini, Casta Diva dalla Norma di Bellini. Ci sono vari personaggi che cerco di trasmettere e di trasportare con il mio amore , la mia forza e anche con la mia sofferenza . Mi sento di riuscire a riempire il personaggio con quello che è stata la mia esperienza nella realtà. Amo Habanera dalla Carmen di Bizet.

 

Sei sempre stata sicura delle tue scelte artistiche, o ti è capitato anche di avere qualche dubbio?

Nella preparazione delle mie esibizioni cerco di pensare sempre quale potrebbe essere la reazione del pubblico. Ho fatto anche scelte ambiziose , mi è capitato di collaborare con attori di teatro drammatico , di trasportare gli spettatori non avezzi alla Tosca verso la Lirica, vincendo nel 2013 il Cantagiro con la Tosca rock rivisitata. Cerco di capire sempre le necessità dei giovani per farli riavvicinare all’Opera. Non è facile senza educazione e preparazione ascoltare tutta intera l’Opera. Andando a San Remo ho avuto la possibilità di frequentare giovani e sono riuscita a capire quali sono le loro tendenze e ho ideato ed eseguito, tra le altre, la Carmen Dance. Conoscendo la crisi della cultura attuale bisogna darsi da fare e rendersi duttili a qualsiasi moda e cambiamento.

Com’è nato il suo sodalizio artistico con Giovanni Paolo II  ?

E’ andato molto bene , è stato un altro capitolo della mia vita spirituale in Italia. Ho avuto il privilegio di un invito dal Vaticano nell’interpretare il Le poesie della raccolta la nostra terra di Giovanni Paolo II e inoltre per essere rappresentante dei gruppi di preghiera di Padre Pio. Da 6 anni sono con loro, abbiamo come ospite d’onore padre Marciano Morra, che è vissuto 17 anni con Padre Pio. Questa collaborazione è per me un privilegio e una grossa responsabilità, perché per essere rappresentante di un gruppo religioso devi avere una vita spirituale retta e onesta. Sono orgogliosa di questo e proseguo con grande amore nella fede che mi aiuta ad essere artista a 360 gradi. E’ molto importante per un artista avere una sua religione e cercare conforto e risposte nella fede. Io ho un padre spirituale ortodosso che mi segue nella mia vita. La fede mi ha salvata tantissime volte. Una volta mi sono trovata in pericolo; ero sul palcoscenico, cantando l’ultima parte della Tosca, vissi d’arte, vissi d’amore e sono stata aggredita, miracolosamente mi sono salvata e da li’ ho capito che cosa significa essere fedeli.

Che ricordi hai di Sanremo? Vorresti tornarci?

Quest’anno ci sarà Sanremo lirico. I creativi hanno pensato di far entrare la lirica nella casa di tutti come hanno fatto Pavarotti e friends. Il ricordo bellissimo dello scorso  festival sono stati gli incontri multietnici.  Sanremo ti fa capire molte cose, è come uno specchio che riflette quello che sei, quello che sai, quello che puoi fare, le tue capacità, non solo sul palcoscenico. Ci sono moltissime persone, produttori, compositori ed esecutori e ti confronti con tutti. La trovata geniale è stata unire Sanremo con la lirica. Noi abbiamo i nostri spazi e la nostra cena di gala. L’anno scorso c’è stato Tony Renis che è stato premiato, abbiamo tutta la settimana di concerti nell’ambito del festival della musica leggera . La lirica deve essere per tutti , non esclusiva , altrimenti è morta e perduta. Sono rimasti pochi nomi importanti, dopo Pavarotti e la Callas.

Con quali artisti famosi vorresti collaborare?

Io ho collaborato con Albano e anche con Jimmy Fontana che è quasi morto sul palcoscenico del Cantagiro, la sua ultima esibizione.  Io amerei collaborare con Laura Pausini, fare uno spettacolo insieme non sarebbe male. Siamo nate nello stesso giorno ma io sono piu’ piccola di lei. Ogni artista mi potrebbe arricchire in cose inaspettate.

Musicalmente parlando, stai preparando qualcosa di nuovo in questo periodo?

Per il momento sto sviluppando varie composizioni, ho proposte di collaborazioni in duetti lirico –pop. Incrocio le dita e non ne parlo prima perché sono superstiziosa. Sono sempre alla ricerca di novità e attualità artistiche e ho allacciato progetti di musica classica e leggera in collaborazione con l’orchestra dei giovani di Mosca. Sono ragazzi fino ai 18 anni che suonano divinamente, vorrei fare concerti con loro sia a Mosca, sia in Italia. L’orchestra suona in modo molto rispettoso per l’arte e mi fa piacere portare avanti e dare spazio ai giovani perché loro si preparano a fare vari percorsi.

Se dovessi tornare bambina, quale libro ti piacerebbe rileggere?

Cenerentola. Sono rimasta bambina e quello che ho sognato sto realizzando. Avendo un grande cuore, una grande anima e un grande rispetto per se stessi e per gli altri si raggiunge qualsiasi obiettivo e si diventa principessa alla fine. E’ una favola che mi piace leggere a tutte le età.

Vi ringrazio di avermi dedicato tempo.

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Di Luca Magrini Cupido