Li chiamano Maestri

Negli ultimi tempi la parola “Maestro” è inflazionata, ha perso così il suo nobile significato originario. Il motivo di questa svalutazione è da ricercarsi nella eccessiva leggerezza con cui si attribuisce la qualifica di maestro. Un’abitudine, questa, che da un lato incoraggia l’appiattimento dei valori e dall’altro favorisce la confusione che regna nell’ambiente artistico. Maestro è chi eccelle in un’arte, scienza o dottrina. Socrate fu il maestro di Platone e il Verrocchio di Leonardo. Dunque, maestro non è un imbrattatele, uno che dipinge negli scampoli di tempo libero, né chi si diletta avanzando velleità pseudo-artistiche. Merita il titolo di maestro colui che ha dato e dà prova di possedere una esperienza non comune nel suo campo specifico, chi padroneggia i mezzi espressivi e mostra di avere una personalità di alto livello. Per restare nell’ambito artistico, maestri sono coloro la cui opera ha un valore pregevole, riconosciuto e condiviso dai più. I veri maestri, per senso di umiltà, rifiutano questa qualifica che oggi è troppo spesso elargita senza meriti che ne legittimano il valore e la nobiltà.

 

Sigfrido Oliva