Il talento, la bravura
e un grande cuore, per l’artista che da oltre vent’anni è vocalist di Lucio
Dalla…
Iskra, quando ha inizio la sua carriera?
La mia carriera è iniziata tra i
quindici e i sedici anni che, secondo me, è il periodo in cui una persona prende
coscienza della passione per il mondo della musica. Questo mi ha portato ad
ascoltare attentamente la mia voce e ho iniziato allora lo studio della chitarra
e tutte le cose che si fanno quando si è ragazzi, poi sono diventata perito
agrario. In seguito sono venuta a studiare a Bologna, dove ho incontrato Andrea
Mingardi, che è stata la persona che mi ha introdotto nel mondo della musica.
Sono stata la cantante di un gruppo rock, il nostro repertorio andava dai Led
Zeppelin, ad Aretha Franklin, a Janis Joplin e ho collaborato con loro per dieci
anni, ma la mia fortuna è stata la conoscenza di Lucio Dalla.
Pensa che la voce sia un
dono di natura, o che vada educata?
Ognuno nasce con un proprio
talento, ma per prendere coscienza del proprio strumento bisogna studiare, per
imparare a conoscerlo meglio, nel mio caso lo strumento è la voce. Quando ero
ragazza c’erano molti locali dove iniziare a fare musica, ora abbiamo delle
grandi vetrine mediatiche come Xfactor e Amici, ma pochi posti dove i gruppi
emergenti possano esibirsi. Io ho insegnato ad Amici, ma in seguito ho
abbandonato per il mio grande amore, le tournèe con Lucio. Ci sono veramente
tanti talenti fuori dai reality, la musica è anche nei luoghi che noi non
vediamo, ho visto incontri con il Papa, dove si suonava musica sacra e i giovani
mi hanno emozionata molto. Esprimersi in musica è toccare le frequenze del
pianeta, della terra, del sole, la musica è questa magia.
Si è mai espressa come
cantautrice?
Si, ho scritto molti brani, una
decina di anni fa ho realizzato un progetto che è durato due anni con il manager
dei Lunapop, ho composto brani molto contaminati tra soul e black music, che
parlano di uno sciamano e sono molto intriganti; adesso ho scritto con Paolo
Simoni dei brani. Però non ce l’ho fatta come cantautrice.
Ci racconti dell’incontro
con Lucio Dalla.
Ho incontrato Lucio Dalla a una
serata di beneficienza, credo che sia molto bello quando un artista s’impegna
nel sociale, questo ti permette di sentirti viva. Lucio stava cercando non una
corista, ma una persona con doti molto particolari, la trovò in me, questo fu
dovuto al mio timbro di voce; oramai il nostro rapporto dura da ventitré anni.
Com’è stato e com’è
tuttora il rapporto professionale con Dalla?
Sicuramente è una persona molto
particolare e non esigente. Lui dice che sono pigra, sicuramente è vero, avrei
potuto fare molte cose. Lucio è una persona che ama l’estrosità e non gradisce
le cose banali. Io quando canto cerco di essere molto artistica, la tecnica
m’interessa, ma non penalizzo l’anima e il sentimento. Lucio ed io ci siamo
sicuramente trovati, spesso ci sono episodi duri, lui m’ignora, oppure io me ne
vado con la valigia, perché mi ha trattato male, ci sono scarpe che volano,
perché magari sbaglio… Comunque io ho realizzato moltissime cose con lui, da
“Attenti al Lupo”, a “Ciao”, ho cantato in tutto in mondo, anche come solista.
Sicuramente è stato l’incontro che mi ha cambiato la vita, ho potuto fare tante
cose e in un mondo molto difficile come quello della musica leggera, Lucio mi ha
aiutato e mi ritengo molto fortunata. C’è una grande intesa tra me e lui, che
comunque ha sempre lasciato spazio alla mia creatività.
Se potesse tornare
indietro, cosa farebbe e cosa no?
Rifarei le stesse cose, i miei
figli, la mia famiglia e le rivivrei con le stesse incertezze e le stesse paure
di non essere stata sempre presente come moglie; nonostante tutto ho sempre la
mia famiglia e mio marito da quarantaquattro anni. Forse non ho saputo
azzardare, non ho rischiato molto per la mia timidezza e la mia pigrizia. Se
potessi mi metterei più in gioco e non starei più in un angolo.
Alla luce della sua
esperienza, quali eventi della sua vita giudica costruttivi e quali no, come
donna e come artista?
Come tutte le persone avrei potuto
fare di più, cerco di non avere rimorsi, ci sono tante cose che non dovevo fare,
che non ho capito, che non mi hanno permesso di costruire la mia femminilità.
Quello che è stato costruttivo è la forza di guardare i miei difetti, ad esempio
la paura di non essere capace, che mi ha portato a non apprendere mai l’inglese,
avrei dovuto sicuramente mettermi più in gioco. Il fatto di esistere come
artista è per me un’unica cosa con la timidezza che sono riuscita a superare
cantando.
Oltre a cantare, cosa la gratifica, o la diverte di più?
Riposarmi, stare in campagna,
navigare in internet e vedere se gli amici ti scrivono, guardare una bella
trasmissione, fare cose molto semplici. Io sono veramente molto libera, sono
spesso in viaggio e quello che mi aiuta è l’amicizia, il quotidiano, le cose
semplici e spartane.
Come trascorre le sue
giornate, quando è lontana dal palcoscenico?
In ciabatte a casa, io vivo in
campagna e amo molto la natura.
Mi riposo, leggo poesie, ascolto la musica. Poco fa ho sentito un brano di Peter
Gabriel che parlava dei bambini del Brasile, io sono stata lì con Lucio. Il
brano di Gabriel mi ha fatto pensare che sorridiamo tutti, ma poi non possiamo
far finta di niente di fronte alla sofferenza, nel mio quotidiano e nel sociale
sono una guerriera , ho collaborato molto con l’Unicef.
Lei è da tempo promotrice per la tutela degli animali, ci può descrivere meglio
questa sua iniziativa?
Stiamo organizzando una serata a
Bologna contro lo scuoiamento degli animali in Cina, potete trovare molte
informazioni sulla mia pagina di facebook. Cerco di fare molto per aiutare il
mondo. Stiamo programmando un tour con l’Unicef in giro per l’Italia.
Quali consigli darebbe a
un giovane che volesse intraprendere la sua stessa carriera professionale?
La mia carriera professionale è
nata grazie al caso e alla fortuna. Raccomando a un giovane di avere l’orgoglio
di voler arrivare, di diventare un cantante con tante sfaccettature, che non
realizzi solo canzoni. Io auguro ai ragazzi di realizzare tanta buona musica,
ora ci sono molti concorsi, ma pochi locali dove esibirsi, mentre ve ne erano
molti ai miei tempi.
Com’è nata e cosa ha rappresentato la sua partecipazione all’edizione di Sanremo
2009?
Lucio mi ha chiesto “vuoi andare a
San Remo?” e io ho risposto di sì, sono stata scelta perché sono una donna forte
che è pronta a mettersi in gioco. Mi sono sentita a disagio a SanRemo, perché
sono stata inserita nelle giovani leve. Il mio obiettivo non era di fare molto
disco graficamente, ho creato cinque brani, senza l’intenzione di farne un
disco. Ora, grazie a SanRemo, sono talmente conosciuta che posso realizzare il
mio mondo artistico, sarò a Foggia per una rassegna jazz, poi a Lucca in una
serata con la Ricciarelli e in Spagna. Se non ci fosse stato Sanremo non mi
sarei potuta far conoscere.
Carissima Iskra, grazie
per averci concesso questa piacevole intervista… Vorrei che ci salutasse con un
augurio speciale…
Voglio fare gli auguri a tutti i
bambini che nasceranno, il mondo sembra così grande, invece è piccolo e noi
dobbiamo voler bene a tutto quello che sta nascendo…