
Un grido d’aiuto…
Buongiorno, sono Mary Prosperi
una cantante lirica e mi trovo a villa Borghese davanti al Globe Theatre,
voluto fortemente da Gigi Proietti, da qualche giorno occupato dai lavoratori
dello spettacolo per sensibilizzare tutti sulla chiusura troppo lunga e
ingiustificata dei luoghi di spettacolo.
Ho qui davanti a me una rappresentante degli occupanti, molto gentile e carina
che con grande disponibilità risponderà ad alcune domande.
Qual è il tuo nome ?
Giulia, sono un’attrice e un’operatrice culturale, faccio parte della rete dei lavoratori, delle lavoratrici dello spettacolo e della cultura.

Cosa vi proponete di fare?
Qualche giorno fa abbiamo, di comune accordo, occupato il Globe Theatre e facciamo parte di una rete cittadina, quindi Romana, che da un po’ di tempo ha organizzato manifestazioni e presidi sia davanti al Teatro Argentina sia davanti al Ministero del Lavoro sia al Ministero della cultura.
Per quale motivo?
Per puntare una luce sulla nostra condizione di lavoratori e lavoratrici dello Spettacolo. Stiamo producendo documenti, stiamo riflettendo e confrontandoci e auto formandoci ormai da un anno, perché purtroppo la pandemia ha avuto questa pecca, ha tirato fuori il peggio della nostra condizione. Il nostro settore è stato depauperato e anche sfinito ormai da 30 anni a questa parte soprattutto per la penuria di fondi erogati, infatti, i fondi alla cultura in Italia sono lo 0,7% del PIL che è pochissimo se si pensa alla media europea di circa il 2%, se poi consideriamo anche quanto patrimonio culturale ci sia in Italia e quante persone lavorino nel settore, arriviamo a circa 500.000 lavoratori, non siamo pochi.

Grazie cara Giulia per la tua precisazione.
Da parte mia, come cantante lirica, volevo, anche, aggiungere che noi operatori dello spettacolo, ballerini, musicisti, ecc… non vediamo l’ora di riprendere perché come hai già detto tu, la pandemia non ha aiutato, anzi ha rallentato il tutto.
Quali sono i vostri progetti,
voglio sperare con tutto il cuore (!)che si realizzino?
Il
problema fondamentale di questo periodo è che una riapertura fatta ora sarebbe
una riapertura finta, nel senso che sarebbe solo parziale, certo non per tutti
perché c’è chi se lo può permettere come i teatri stabili, le fondazioni
lirico-sinfoniche, ma la maggior parte di noi, circa l’ottanta per cento, un calcolo
fatto da noi, sta lavorando in piccoli e medi teatri, associazioni culturali e
compagnie indipendenti o di giro non ritornerebbe a lavorare con una riapertura
delle sale al 50%. Sarebbe, quindi, importante pensare ad una riapertura che
sia definitiva, naturalmente in sicurezza, per tutti e per tutte.
Cosa ne pensi della data presentata nell’ultimo DPCM?
La data annunciata è il 26 aprile, ma noi sappiamo benissimo che nel nostro settore senza una visione d’insieme, senza una programmazione, senza una progettualità niente potrà ripartire, noi vogliamo che ci sia non una data “propaganda”, non un una data così tanto per dire come quella del 27 marzo (poi disattesa!) ma che ci sia una progettualità, un progetto a lunga gittata che ci permetta di riaprire, magari, in autunno. Ciò ci potrà offrire una visione concreta di sostegno e anche un’occupazione stabile e duratura.
Auguri a tutte e tutti gli artisti. Grazie carissima Giulia di cuore… e in bocca al lupo!
Grazie a te e viva il lupo.