
Sensualità, carisma e dolcezza, fanno di Leda Battisti una fra le più brave e raffinate artiste della musica leggera italiana. E’ un vero piacere poterla incontrare e farla conoscere meglio a tutti voi…Leda, quanto ha inciso nella tua carriera, un cognome così importante? Lucio ed io siamo nati nello stesso paese, a Poggio Bustone, dove il cognome Battisti è molto diffuso. La cognominia non mi ha giovato molto, è stata una spada di Damocle nel mio percorso artistico. Sono legatissima ai brani di Lucio e rimane impressa in me tutta la sua produzione, ma io percorro la mia strada con il mio stile, che è sempre stato molto diverso dal suo. Parliamo della tua passione per la musica… La passione per la musica è nata molto presto, a nove anni suonavo la chitarra e cantavo. Ho sempre avuto il sogno e il desiderio di realizzarmi come musicista, trovando come tutti, enormi difficoltà e così sono riuscita a realizzare la mia passione, non arrendendomi mai. Mio padre, che è un professore di storia e lettere ed editore librario e mia madre agente di commercio mi hanno sempre seguito moltissimo, stando ore ad ascoltarmi e in particolare mio padre, mi ha sempre accompagnato ed è stato presente nel mio percorso musicale. Ho iniziato a suonare la chitarra in chiesa e poi ho studiato diplomandomi in chitarra classica, presso il conservatorio di Terni. Dopo varie esperienze musicali giovanili, sono approdata a Raduno, nella trasmissione di Pippo Baudo ‘Partita Doppia’ e dopo sei puntate ho vinto, premiata da Modugno, il trofeo come giovanissima cantautrice. Dopo questa esperienza, conobbi Mario Lavezzi. Approfondiamo il discorso sull’incontro e sodalizio artistico con Lavezzi. Mario è stato una figura molto importante soprattutto all’inizio della mia carriera. Lo conobbi al ‘Cet di Mogol’, dove vinsi la borsa di studio come cantautrice. Prese a cuore il mio concetto musicale e così approdai alla Sony, dove nacque il mio primo album di successo, ‘Leda Battisti’. Questo fu sicuramente un bel periodo, molto creativo; realizzai brani come: ‘L’acqua al deserto’ e ‘Un fiume in piena’. La collaborazione maggiore fu con Ottmar Liebert, chitarrista di flamenco. Le collaborazioni nascono da un feeling, non possono essere realizzate a tavolino, bisogna entrare nell’essenza dell’altro musicista, o cantante. Posso dirti che il nuovo sodalizio con Andrea Battaglia, il mio nuovo produttore, mi ha portato novità, entusiasmo. E’ da queste cose che si generano i risultati maggiori. Credo molto nel valore universale dell’arte, non lego il talento all’essere famosi. Per farti capire…molti grandi autori non hanno ancora cantato. Soffermiamoci sul rapporto professionale con Ottmar Liebert… Lui è stato una figura centrale, sia nel percorso musicale, che nella mia vita. Sentii una sua canzone e pensai: ‘Potrebbe essere il substrato musicale su cui si snoda la mia voce’. Contattai Ottmar via internet, rispose e mi disse che avrebbe avuto piacere di collaborare con me. L’internazionalizzazione del mio primo disco ha tratto molto da questo connubio con il Flamenco di Ottmar, il suo sound è molto affascinante, eccezionale. Lo stile musicale, fresco e nuovo del mio primo album fu al centro dell’attenzione anche a New York. La progettazione di questo stile comunque è stata mia, i vari aspetti orientali e spagnoleggianti nel gusto e nel colore musicale e vocale mi appartengono. Sarei riuscita anche senza Liebert, perché credo che un bel pezzo, anche se arrangiato con la chitarra elettrica, piuttosto che con il Flamenco, rimanga un bel pezzo, quello che importa è il messaggio, che funzioni e che sia bello. Ancora oggi, la collaborazione con Ottmar continua in modo efficace, ha suonato anche nel mio ultimo lavoro discografico ‘Tu l’amore e il sesso’. Quali sono generalmente le tematiche principali alle quali t’ispiri, nel componimento di una canzone? M’ispiro all’amore inteso come connubio di anima e corpo, di spiritualità e fisicità, di moralità e trasgressione. I miei brani individuano i meccanismi dell’amore nel senso più profondo. La musica è sentita come ricordo di un’emozione già provata, come strumento in grado di far rivivere emozioni del passato. Come cantautrice provo prima i miei accordi e poi in conformità a ciò che mi sembra esprimere quella determinata musicalità e melodia, cerco delle parole e delle sillabe giuste, utilizzo una profonda e raffinata ricerca della sonorità della parola. La cantautrice ha qualcosa in più e di diverso rispetto alla cantante. Ho sempre suonato i grandi cantautori italiani, quando conosci uno strumento, diventa naturale creare una melodia. Un vestito che mi cucio addosso, è ben diverso dal lavoro di un cantante. E’ ricorrente nei tuoi componimenti l’amore, universale e individuale, inteso come Eros, o come Agape… L’amore è tante cose, io cerco di vederlo in modo dialettico, in alcuni pezzi, come Passionaria, l’amore è visto in modo universale, l’unione con la natura è parte fondamentale del mio sentire e della mia musica. Sono cattolica praticante, ho iniziato a suonare la chitarra in chiesa, ho realizzato serate musicali con Giovanni Paolo II e con i frati cappuccini di Campobasso. La mia musica è legata alla beneficienza e all’aiuto, alla chiesa come comunità di persone. Ho partecipato alla ‘Buona novella’ di De Andrè, che è tratta dai Vangeli Apocrifi ed è andata in scena al teatro di Genova. Ricordo con piacere Claudio Bisio che interpretava Giuseppe e dava un tono molto scherzoso a Gesù Cristo. In quest’opera ho interpretato ‘Il sogno di Maria’ e ‘Ave Maria’ con Lina Sastri; ed è stata un’esperienza molto particolare. Ricordo questo evento con molta emozione, fu il mio primo approccio con il teatro e con lo spazio scenico e nacque da un interesse passato per lo studio di storia del teatro e del cinema, all’Università di Roma, che poi ho abbandonato, per dedicarmi alla chitarra classica. Descrivici il tuo concetto di panteismo, o pandeismo? Panteismo, perché la musica per me è in tutto, volendo sostituire la musica a Dio, si può rintracciare in tutti gli elementi da Lui creati. L’afflato che lega l’individuo alla natura, vuole essere universale e fa parte delle emozioni più interiori che sono dentro di noi. Nel brano ‘Nel tuo respiro’ c’è concomitanza e simbiosi tra il proprio respiro e il respiro della natura, il respiro individuale inteso come musica, diventa un respiro universale. La musica è il veicolo di questa possibilità di scoprire e individuare. Provengo da una terra in cui è molto sentito il francescanesimo ed è evidente che è stato molto forte in me il sentimento religioso, unito a quello kantiano del sublime. La musica può portare emozioni particolari, sublimi e quando è riascoltata, riporta le stesse emozioni, questo è il valore della musica. Le mie opere sono legate a dei territori, che ricordo, ogni brano ha un sottotitolo che è congiunto a un luogo: ‘Senza me ti pentirai’ è legato all’India, in un altro brano c’è il Messico, o New York, o San Francisco. Cosa ne pensi di certi circuiti discografici a livello commerciale e quanto questi incidono per esempio sul discorso legato al festival di Sanremo? Io ebbi la fortuna di entrare nel circuito della Sony con l’aiuto di Mario Lavezzi. In questo periodo, questo non può più essere considerato sinonimo di successo, infatti, le major stanno diventando dei centri di servizi, non hanno più denaro da investire. Internet è diventato il palcoscenico virtuale al quale affidarsi per riuscire, l’artista deve credere nel suo prodotto e autoprodursi, sarà poi una major a distribuire la sua opera. Sanremo ora deriva più dall’artista che dalle major. La produzione sarà curata dagli artisti e scomparirà la figura della major come sponda. In un momento di crisi economica il fatto di avere la possibilità di rendere universale la musica tramite internet è eccezionale. Che ricordi hai di Sanremo? Vorresti tornarci? Quando si sale sul palco si è avvolti da un turbinio di colori ed emozioni. Nel 1999, prima dell’entrata in scena, con ‘Un fiume in piena’ l’emozione era fortissima. Feci una preghiera e il batterista mi chiese un autografo per la figlia, queste due cose mi calmarono. Arrivai terza, Rudy Zerby, presidente della Sony BMG italiana e allora direttore artistico, mi disse: ‘Sbrigati! sbrigati Leda! Hai vinto il terzo posto!!! “. Mi ero già cambiata di abito…mi disse:‘Rivestiti immediatamente!’. Nel 2007 sono tornata come big con: ‘Senza me ti pentirai’ classificandomi al 22esimo posto, ma nelle classifiche dei dischi più venduti, con un milione di copie in tutto il mondo. Infine è arrivato il mio terzo ed ultimo disco ‘Tu, l’amore e il sesso’, dove ci sono tanti pezzi diversi, raccolti insieme a quelli più famosi della mia precedente produzione. Quali sono le tue influenze musicali e in quale genere collochi la tua musica? (Sicuramente pop, ma con delle influenze latine e arabeggianti…). Ho cercato sempre di creare qualcosa di diverso per il panorama musicale italiano. Il mio stile si è evoluto con contaminazioni e un ammiccamento ad una sonorità più rock latin, la musica etnica del nuovo flamenco. Molti brani, infatti, traggono ispirazione dal flamenco di Ottmar Liebert, contaminato con altri stili. La contaminazione è ciò che ha reso particolare la mia musica, questo permise al mio disco di espatriare e di arrivare in America. Ho sempre ascoltato e amato i Led Zeppelin, i Pink Floyd, gli Smiths e The Cure. Tutta questa biblioteca musicale, importante nella crescita di un’artista, era presente in me e volevo dimostrarlo, la musica è vita e percorso. Nella mia produzione è presente l’attraversamento dei luoghi e delle diversità culturali e musicali che mi hanno influenzato, come il grande Jules Verne, che scrisse di territori lontani, c’è una parte di me che m’invita e v’invita al viaggio in territori diversi.“Tu, l’amore e il sesso”… e non c’è sesso, senza amore? “Tu, l’amore e il sesso”… rappresenta sia l’amore, che il sesso. Io tento di musicare un uomo ideale, concetto presente in molti miei brani. In ‘Un fiume in piena’ l’uomo rappresenta sia il fuoco, l’aggressività e la forza fisica, che la spiritualità e la dolcezza morale.Tutto questo è ‘Tu l’amore e il sesso’. Se non c’è feeling a livello spirituale e mentale non è possibile dividere l’amore dalla ragione. E’ stato dimostrato che la mente governa l’amore e non può esserci sesso senza amore. La non conoscenza di una persona e l’abbandono agli istinti non rientra nei miei stimoli. Eraclito e Aristotele fanno riferimento al fuoco e agli elementi naturali, quanto c’è di questi pensatori del passato nella tua opera? La mia musica è legata al pensiero di Aristotele, l’acqua può essere vista come elemento emotivo, ho fatto riferimento al mare, perché sono innamorata delle sensazioni che mi trasmette e rimango a guardarlo, ripensando alle cose che non sono più. L’acqua e il fuoco sono elementi primigeni e sembrano contrastanti, ma si conciliano benissimo nelle mie canzoni, con le mie emozioni personali. Rintracciare alcune parti del nostro io più profondo è impossibile, ma è possibile spiegarle solo con la fede e con l’abbandono a una certezza, che è data dalla religiosità e dalla spiritualità. Musicalmente parlando, stai preparando qualcosa di nuovo in questo periodo? Sto scrivendo nuovi pezzi con un andamento e con un filo sonoro più legato all’elettronica con delle tendenze rock. Tendenze e territori nuovi che ho esaminato e attraversato nel ‘Red Passion Tour’ del 2007. Le cose in cui credevo prima, ora sono cambiate. La conoscenza porta a scoprirsi e a modificare le nostre idee, mi sento molto cresciuta e cambiata come donna. Per quanto riguarda il mio nuovo album, mi mancano i testi di molte canzoni ed è incerta la data di uscita. E’ necessario del tempo per cercare le soluzioni migliori. Un pezzo deve essere musicato e poi ascoltato a distanza di tempo, questo dà la possibilità di comprendere se ci può piacere come prima, o è da accantonare. Un pezzo non può essere deciso a tavolino. Il messaggio testuale è per me l’elemento più importante, la difficoltà principale in un messaggio sillabico è di inserire delle parole adatte ed è superata da uno studio ritmico, tipico della mia attività di cantautrice. I brani devono essere l’espressione dei sentimenti della gente, per fare questo c’è bisogno di andare incontro a tutti i sentimenti, anche i meno banali. Si nota spesso durante le tue esibizioni canore l’accostamento nella scelta degli abiti di scena, quindi, oltre alla musica, reputi fondamentale il messaggio del corpo? Amo una gestualità e delle movenze che colpiscano durante il canto. Quelle che io creo sono delle danze naturali, una sorta di piccola coreografia, cerco in modo minimale di ricreare l’atmosfera del testo. Questo nasce dalla forza del mio istinto e dalla necessità di esprimere la mia emozione. L’ultimo musical cui ho partecipato, mi ha dato la capacità di capire quanto una movenza fisica, o uno sguardo, possano essere decisivi nella riuscita di uno spettacolo e cosa possono comunicare allo spettatore. Hai un official website e una pagina su Myspace, qual è il tuo rapporto con il mondo telematico? Il mio rapporto con il mondo telematico è importantissimo e ottimo, come avrai intuito, i miei molti fan scrivono continuamente sul sito e su myspace. La webmaster è la mia grandissima amica Valeriana, che mi aiuta moltissimo a curare i rapporti con i fan e sono loro che rendono possibile la nascita delle mie canzoni. Cerco sempre di rispondere a tutti, nei limiti del possibile. Scrive la mamma che mi dice che metterà nome: Leda alla sua bambina, gli innamorati che mi comunicano la nascita di una storia d’amore… tutto questo costituisce per me una grandissima fonte di ricerca. In un mio pezzo: ‘Looking for mail’, individuo i motivi cardine di una storia d’amore nata dallo scambio di e-mail. Se dovessi tornare bambina, quale libro ti piacerebbe rileggere? Un libro che mi ha appassionata da bambina è ‘Piccole donne’, m’identificavo con la piccola Amy, che crescendo diviene una gran dama, come desiderava fin da bambina. Un altro libro mitico è il ‘Libro della giungla’, rivolto ad un pubblico bambino e adolescenziale. Inoltre sono molto appassionata di thriller esoterici, che è anche il mio genere cinematografico preferito, mi piace guardare le rivisitazioni cinematografiche dei libri che amo. Mi piace la letteratura di Don Brown, anche se è stato molto contestato dai cattolici. M’interessano i libri sul periodo medievale e sui misteri della ragione. Un libro che consiglio a tutti di leggere è ‘La storia della gabbianella e il gatto che le insegnò a volare’ di Luis Sepulveda. Se dovessi far leggere un libro a una mia ipotetica figlia, sceglierei questo. Nel cartoon made in Italy, tratto dal libro, ho fatto parte della colonna sonora, interpretavo una canzone di David Rhodes il chitarrista di Peter Gabriel, questa esperienza mi ha segnata molto.C’è anche un forte messaggio sociale nelle tue canzoni? E’ una domanda molto bella, la visione filosofica della mia musica è l’evasione. Questa società è in crisi e ha molti problemi che m’inorridiscono e che non accetto, dagli stupri, all’antisemitismo. Mi piacerebbe scrivere qualche pezzo sulla tematica delle morti in strada, avendo perso alcuni amici, è una tematica che mi sta veramente a cuore. La mia musica vuole dare all’ascoltatore la possibilità di allontanarsi dalla quotidianità, è fatta di evasione, gioia, bellezza, emozione. Come mai questo titolo: ‘Passionaria’? Non c’è nessuna ispirazione politica, passionaria ero io, ho tentato di dare delle visioni della passione che non vogliono essere esaustive. Amo aiutare gli altri con la mia musica e personalmente. La passionaria è un fiore curativo che è stato portato in Europa dai conquistadores spagnoli… La passione in questo caso è vista in tutte le sue sfaccettature, dalla passione-evasione alla passione-virtuale. Ogni pezzo fa riferimento a un luogo particolare. Una disanima della passione in varie sfaccettature. C’è la passione-nostalgia di Blue moon Babe, la passione-evasione di loving San Francisco, la passione virtuale di looking for mail, una sorta di viaggio filmico all’interno della passione e la passionaria è questa viaggiatrice e forse anche curatrice nel senso dell’erba Passionaria che dicevi. Io lotto molto per cambiare delle realtà che non mi piacciono e mi hanno definita la passionaria dei sentimenti. L’estasi nell’arte si raggiunge tramite la passione, certamente l’arte rappresenta il climax di tutto quello che c’è a livello interiore. Si rende divino ciò che è individuale, Michelangelo ha reso ben visibile questo nella Cappella Sistina. Molti personaggi rock hanno visto nella comunicazione vocale la possibilità di fare l’amore con la musica, di raggiungere l’apice della sensualità, il messaggio è fortemente rivoluzionario. La mia religiosità non è quella tradizionale, bigotta, ma va nel più profondo dell’essere, un Papa che mi è appartenuto è stato Giovanni Paolo II, abbracciava un bambino con una passione vera e non era un abbraccio formale.Con quali artisti famosi vorresti collaborare? Vorrei collaborare,per citare gli stranieri, con Sting, David Sylvian i Pink Floyd, Sinead o’Connor o artisti latineggianti come i Vaya con dios o Santana. A livello italiano ci sono una varietà sconfinata di poeti che amo, come lo scomparso De Andrè, Jovanotti, Pino Daniele e Zucchero. La giornata tipo di Leda, quando non è in giro per spettacoli…? Una giornata molto semplice con passioni riconducibili alla musica, cerco ogni giorno di aggiornare dentro la mia mente una biblioteca musicale, per poi richiamarla alla memoria. Mi piace seguire dibattiti tv in seconda serata e amo il cinema, adoro disegnare e passeggiare, fare attività sportiva,leggere e la cucina. Cucinare è una delle mie più grandi passioni, il gusto è uno dei sensi che amo di più, amo avvicinarmi a cucine e pietanze diverse da quella italiana, è una mia personale ricerca. Per me è fondamentale viaggiare molto e amo assaggiare i sapori dei diversi territori. Ogni regione d’Italia ha da fornire una tale tipicità a livello di cucina e di sapori che è difficile fornirne una definizione esaustiva. Quali i tuoi progetti per il futuro? Sto preparando un nuovo disco e darò vita a un mio prossimo tour, legato al ‘Red Passion Tour’. Vorrei avvicinarmi al teatro, nel 2008 mi sono cimentata come attrice, in ‘Surprise dell’amour’ di Marivaux. Mi piacerebbe interpretare un ruolo che mi appartenga profondamente, un ruolo misterioso, escatologico ed esoterico. “Senza me ti pentirai” è rivolto ad una persona in particolare? Senza me ti pentirai è rivolto a qualcuno e a tutte le relazioni che finiscono perché s’incontrano persone che ci hanno dato poco. Ho sperimentato nella mia vita che chi dà molto rimane vuoto, pieno solo di un senso d’ingiustizia. Il messaggio della canzone è rivolto a loro, che avvertiranno l’abbandono dell’altro con una punta di pentimento; ne vedrai delle belle, quando non ci sarò più ti pentirai di aver gettato via la mia unicità. La canzone era diventata una sorta di slogan di tutte le persone che erano state lasciate.Penso che noi ci rivedremo… Devo dirti che è stata una bellissima intervista, hai una grandissima cultura che ho visto dietro le cose che mi hai chiesto, ne sono molto felice e non vedo l’ora di leggerla sul sito. …Vi ringrazio e quando sarò a Roma ci incontreremo per girare un video. Contattatemi tutti sul http://ledabattisti.forumfree.net/Grazie a Leda Battisti, per la disponibilità, simpatia e cordialità, in riferimento a questa intervista. |